L’emozione contiene una notevole carica energetica che spinge verso l’azione. Quando si agisce si mette in atto una trasformazione, ovvero, come suggerisce il termine stesso, assistiamo a un cambio di forma. Purtroppo questo processo lineare spesso non può verificarsi a pieno. Molte emozioni non sono le nostre, ma le abbiamo ricevute, ci sono state trasmesse inconsapevolmente dal nostro ambiente primario. Questo carico blocca il nostro flusso emotivo. L’ambiente non accoglie e non può contenere le nostre emozioni, anche perché spesso manca un clima sereno e disponibile.
Conflittualità tra genitori, tensioni tra genitori e altri parenti, problemi legati alla quotidianità o alla difficoltà di modificare situazioni, creano un senso pervasivo di emergenza. Il bambino, in questa condizione, non può mantenere il suo ruolo centrale in famiglia. Ciò comporta che i suoi bisogni e le sue emozioni finiscono sullo sfondo, non possono essere accolti adeguatamente. Nasce così un blocco pericoloso: le emozioni non espresse rimangono trattenute nel corpo, alterandone i funzionamenti profondi. In particolare la memoria periferica – costituita dal respiro, dal tono muscolare, dalle sensazioni, dalle posture, dai movimenti caratteristici e dalle soglie percettive – diventa il luogo dove si sedimentano e stratificano le emozioni represse o rimosse.
Il controllo complessivo aumenta e questo “tenere” protratto si traduce implacabilmente in difficoltà relazionali e in un senso di malessere diffuso. L’energia emotiva trattenuta modifica la struttura somatica e genera una conversione che si manifesta negli organi bersaglio. Ciò rende incombente il rischio di malattie e disturbi psicosomatici. Per uscire da questa trappola è fondamentale che la persona si disponga ad effettuare un lavoro profondo su di sé, dandosi il permesso di sperimentare emozioni sepolte che attendono solo di venire alla luce.
Essere se stessi è possibile solo rivivendo e superando le tracce lasciate nel corpo dagli antichi incontri affettivi che hanno plasmato il nostro carattere e segnato il nostro sviluppo. In tal modo il flusso energetico ed emotivo ritrova la sua direzione e l’apertura alla vita può sostituire la chiusura difensiva.