Molte persone sono spinte a chiedere aiuto perché si sentono impantanate e fanno fatica a percorrere una strada orientata alle soluzioni. Eppure, nonostante si siano incastrate in un pensiero ossessivo e nel rimuginio continuo, vogliono capire mentalmente il motivo della loro condizione. Come se l’esame analitico di se stessi servisse a risolvere, quando invece il capire razionale “causa-effetto” rischia solo di tramutarsi in una trappola senza via d’uscita. Molti sanno tanto su se stessi, conoscono le cause e gli effetti del disagio, ma purtroppo non è possibile risolvere facendo leva esclusivamente sugli aspetti mentali. Spesso, quest’ultimi, moltiplicano separazioni, scissioni e aumentano il livello del controllo. Dominare il flusso delle emozioni con la testa è vano. Il controllo si irrigidisce di fronte a sensazioni e vissuti che non si lasciano contenere da alcun ragionamento. Allora bisogna integrare il desiderio di comprendere con l’impegno ad accettare e a sentire. Il processo di accettazione permette di unire, invece di dividere. Accogliere ciò che accade e accogliere il sentire che accompagna l’esperienza, consente di aprirsi al mondo delle emozioni e di entrare nel flusso del tempo presente mettendo in moto il cambiamento. Un cambiamento inteso come nuova disponibilità alla vita, fiducia nei processi profondi del corpo e nelle relazioni. Il qui e ora diventa sacro e il nostro essere si schiude all’incontro con gli altri. Ciò è possibile quando il controllo si allenta e il mentale smette di abbandonarsi ai riflessi automatici del rifiuto e della separazione. Alcune emozioni sono difficili da vivere, perché sono spiacevoli e negative. Spesso sono attaccamenti ed è per questo che è fondamentale accettare, accogliere e volersi bene lasciando andare aspetti vecchi che impediscono la trasformazione e compromettono la qualità della vita.
dott. Roberto Costantini
Presidente ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona