Ogni attaccamento produce una separazione dentro di noi. Un attaccamento può essere definito come un’identificazione con aspetti delle figure primarie che ci sono giunti da esse in modo perlopiù inconsapevole. Ciascun genitore ha la sua storia e nasconde in sé dei nodi irrisolti. Questa storia innesca una cascata di effetti che sovrasta anche le nuove generazioni. Diventare genitori, in troppi casi, implica il desiderio inconscio di recuperare mediante i figli i crediti che si immagina di poter esigere dalla vita per le mancanze subite durante l’infanzia. Gli adulti finiscono così per lasciare in eredità ai figli tanto il bene quanto i problemi ancora in sospeso, dovuti alle proprie frattura interne mai affrontate fino in fondo. Ad esempio, un padre può trasmettere il calore e la passione, l’intensità nel dedicarsi a obiettivi stimolanti, ma anche pesantezza, ansia da prestazione e doverismi eccessivi. La prima è sicuramente un’eredità positiva, mentre la seconda andrà rielaborata per non rimanere incastrati in un’identificazione e nel rispettivo attaccamento. Se non ci si distacca da questo carico, diventa complicato vivere con maggior libertà la propria esistenza. L’esito della paralisi è il vittimismo, che va assolutamente consapevolizzato per avviare un percorso di responsabilizzazione che permetta di fuoriuscire dalla trappola. Responsabilità e consapevolezza vanno necessariamente di pari passo. Decisiva, in tal senso, è la scelta di crescere e di lavorare sui propri attaccamenti interni. La consapevolezza comporta il sentire e lo scegliere di ridimensionare gli attaccamenti attraverso un cambio di intensità emozionale. Facendo dialogare i poli coinvolti nelle nostre separazioni interne riusciamo a diminuire la distanza tra gli estremi, liberando un’energia a lungo trattenuta e incapsulata nelle pieghe del conflitto. La separazione interna va dunque ricucita e sanata, gettando un ponte tra parti psichiche non comunicanti. L’armonia consente l’unità interna e sprigiona un benessere che accompagna la persona nel momento stesso in cui torna protagonista della sua vita e se ne assume la responsabilità.
dott. Roberto Costantini
Presidente dell’ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona