Quando iniziamo un percorso di consapevolezza sono diverse le tappe evolutive da raggiungere e superare. La prima e fondamentale è quella che ci ricorda che non siamo solo corpo, emozioni e mente, ma che dentro di noi c’è una parte divina. Così al corpo fisico e alla vitalità occorre aggiungere lo spirito e l’anima. Proprio per questo deve assolutamente cambiare il nostro paradigma di approccio all’essere umano. A livello animico non esiste separazione in quanto tutte le anime sono collegate in un insieme che non contempla divisione e contrapposizione. La sofferenza ha origine proprio nelle polarità governate dal principio di separazione. Nella tradizione maya esiste il saluto In Lak’Ech, proprio a indicare “Io sono Te e Tu sei Me”. È una vera e propria dichiarazione di unità, di condivisione ed empatia che abbraccia il mondo intero. La propria evoluzione non può non passare per l’empatia! Essere chiusi e identificati con l’ego ci imprigiona. Quindi un importante passo avanti implica il porsi nei confronti degli altri in un atteggiamento di accettazione, di accoglienza, di comprensione ed empatia. Perciò dobbiamo chiederci con grande attenzione, e in maniera continuativa, quali effetti sugli altri suscitiamo con i nostri comportamenti. Questa analisi consapevole ci induce a immedesimarci con l’altro e con ciò che sta vivendo. Chiediamoci allora cosa provochiamo negli altri, se facciamo del bene o arrechiamo danni. Solo così possiamo evitare di ferire il prossimo. Tale atteggiamento non esime l’altro dal rispondere delle sue azioni. Sto parlando di una cura reciproca che non deresponsabilizza nessuno. Disporci verso la vita con il cuore aperto ci permetterà, inoltre, di sentire meglio il disagio implicato nel proferire critiche e giudizi. Criticare e rifiutare gli altri si collega al rifiuto sottostante di aspetti personali nostri che fatichiamo ad accettare e integrare. Ecco, di nuovo, il senso di separazione e scissione che compromette un’unità armonica anche con noi stessi. “Tu sei Me e Io sono Te” è la via per ricucire e riprendere la tessitura della nostra universale interdipendenza. Non c’è altra strada per liberarci dalle catene della brama, dell’egoismo e dell’avversione.
dott. Roberto Costantini
Presidente ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona