Siamo tutti “sposati” con i nostri genitori in un matrimonio indissolubile. Un legame talmente forte che fa assomigliare ciò che noi possiamo capire e analizzare in una vita a una piccola finestra che dà su un fiume di informazioni provenienti da lontano e fuori dalla consapevolezza. Un torrente inconscio di eventi, emozioni inespresse, patti e giuramenti, divieti, valori e regole a volte molto rigide, provenienti dagli avi del nostro albero genealogico. Ma il rapporto con chi ci ha generati è il rapporto con la vita stessa e l’esito di questa relazione originaria segna in modo determinante la relazione che instauriamo con noi stessi e con gli altri. In particolare nelle vicende sentimentali ritroviamo gran parte della nostra fedeltà alle figure che ci hanno cresciuto. L’attaccamento alla madre e al padre è forte, profondo e incide per la sua valenza affettiva sulla nostra capacità di costruire un legame sano e duraturo con il partner. La persona che, per sua scelta, decide di non mettere in discussione niente del suo passato, con un percorso di consapevolezza, non fa altro che tessere, nella storia con il partner attuale, lo stesso disegno conosciuto con i genitori e rimasto attivo nei recessi della psiche. Ad esempio, laddove l’infanzia sia stata caratterizzata da freddezza e distanza da parte delle figure di accudimento, è quasi certo che nelle relazioni di coppia adulte la “temperatura” del rapporto sia bassa e l’amore non possa essere caldo e travolgente. Prevarrà, invece, una certa tranquillità priva di slanci e di intensità. I copioni relazionali diventano assai chiari proprio nella vita di coppia. La storia di attaccamento dei partner fa spesso emergere il magnetismo dell’abitudine, del già conosciuto, e impedisce all’amore di spiegare le vele in direzione di una crescita condivisa. L’amore, infatti, non c’entra nulla con l’esigere affetto dall’altro/a per compensare i vuoti emotivi del passato. L’amore autentico, piuttosto, implica una relazione basata sul dare, sul donarsi, sull’aprire la tenerezza, sul coinvolgimento profondo e sulla reciproca appartenenza (mai possessiva). L’investimento adulto sull’amore genera un continuo divenire e moltiplica le occasioni di confronto e di evoluzione. Per godere di questo cammino di luce bisogna spogliarsi delle pretese egocentriche e lasciare che il dono della relazione nutra l’Anima. È un lavoro, un impegno necessario per spingersi oltre il conosciuto, oltre gli automatismi difensivi e offensivi, aprendo funzionamenti importanti dell’esistenza, come la tenerezza, l’amore, la progettualità comune e il donarsi.
dott. Roberto Costantini
Presidente dell’ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona