Come il pescatore che, traendo in superfice la rete gettata nelle profondità oscure del mare, ottiene il premio sognato per tanta fatica e paziente attesa, così chi si immerge nella parte più sommersa della propria personalità è destinato – se la sua esplorazione è stata prudente e accorta – a raccogliere i frutti di una nuova consapevolezza. Essere consapevoli significa, tra le altre cose, imparare a riconoscere ciò che proviene dal passato, contattandolo mediante una presenza mentale che va ben oltre le nostre facoltà razionali, raggiungendo le nostre emozioni più nascoste e portandole alla luce. Il “pescatore consapevole” è capace di sentire, prima ancora di capire. Una consapevolezza piena e dinamica non può rinunciare alle dimensioni delle sensazioni, delle emozioni e dell’immaginazione simbolica. Tutte insieme, con l’aiuto della parte più logica dell’essere umano, concorrono a riflettere con consapevolezza sulla propria storia remota e attuale, permettendo alla persona di mettersi in gioco e di non far pagare agli altri i torti subiti e le situazioni di carenza affettiva conosciute nei primi anni di vita. Consapevolizzare vuol dire, dunque, assumersi la responsabilità della propria vicenda esistenziale, riducendo le risposte automatiche regressive e liberando, di conseguenza, energie e risorse per gli obiettivi che ci stanno a cuore.
dott. Roberto Costantini
Presidente ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona