Condividiamo dei frammenti selezionati dalla tesi che la counselor Alessandra Ricciardella ha realizzato per concludere i tre anni del Master in Counseling ASPIC.
IL COUNSELING COME STRUMENTO PER ACCRESCERE L’INTELLIGENZA EMOTIVA NELLA LIBERA PROFESSIONE
La lettura dell’intelligenza emotiva di Daniel Goleman, mi ha aperto gli occhi alla comprensione, e la scuola di counseling, con le tecniche di comunicazione e di consapevolezza emotiva, mi ha fornito strumenti validi per coniugare sentire emozionale e conoscenza tecnica per ottenere una trasformazione in competenza emotiva. Finalmente ho compreso il valore del mio percorso di vita, fatto su strade secondarie che mi son sentita costretta a percorrere dal mio Daimon. In questo scritto vorrei approfondire l’importanza di possedere le competenze emotive, oggi, in un periodo storico decadente in cui costruire con basi solide è veramente importante. Guarderò soprattutto al mondo del lavoro come ambito di vita ricco di conflitti e di potenzialità. Il lavoro, del resto, è un aspetto determinante per la vita dell’individuo e della società in cui vive (…).
Il momento storico che stiamo vivendo sta segnando la fine di molti valori e punti fermi, come la sicurezza del lavoro, che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese. Se nel dopoguerra si è lavorato per la ricostruzione del Paese, favorendo lo sviluppo dei posti di lavoro, fornendo ai cittadini una certa stabilità che ha consentito la crescita, anche economica, delle famiglie, oggi tutto questo è consegnato a un drammatico declino. Non voglio approfondire le cause di questa situazione, solo prendere atto del senso di precarietà esistenziale e di conseguenza professionale, al quale stiamo assistendo negli ultimi decenni di storia contemporanea. Osservo costantemente quanto un diffuso senso di disperazione collettiva costringa molte persone a mettersi in proprio, improvvisandosi professionisti o imprenditori senza una reale esperienza, oppure giovani laureati che non vedono riconosciuto il valore degli studi effettuati, costretti ad accettare ruoli sottopagati, o professionisti già affermati che faticano a svolgere la libera professione a causa di un’incapacità diffusa a comunicare e pensare al bene comune, inclini piuttosto a scaricare la responsabilità sugli altri (…).
Dunque l’Intelligenza Emotiva si sostanzia in un insieme di specifiche capacità: consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità nelle relazioni interpersonali. Sono capacità fondamentali per ogni essere umano, che possono essere educate e sviluppate da chiunque, indipendentemente da età, sesso, nazionalità, ceto sociale, cultura, credo religioso, diventando così competenze emotive e sociali. È attraverso l’educazione e lo sviluppo di queste abilità che possiamo apprendere ad essere emotivamente intelligenti, imparando ad usare le emozioni come un patrimonio di ricchezza straordinaria, a vantaggio nostro e della collettività, e imparando ad agire per scelta e non più a reagire, passando dalla dipendenza dagli altri e dagli eventi che accadono, alla libertà di azione per scelta (…).
A tutti gli effetti abbiamo due menti: una che pensa e una che sente. Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per costruire una vita mentale complessa e integrata. La mente razionale è la modalità di comprensione della quale siamo solitamente coscienti: dominante nella consapevolezza e nella riflessione, è capace di ponderare e modulare. Accanto ad essa c’è un altro sistema di conoscenza, impulsivo, potente e a volte illogico: è la mente emozionale. La dicotomia razionale/emozionale equivale alla distinzione mente/cuore. Quando si è consapevoli che qualcosa è giusta “con il cuore” la convinzione è più profonda e più intensa di uno stesso pensiero, che sia solo a livello razionale. Il rapporto tra razionale ed emozionale nel controllo della mente, varia lungo un gradiente continuo; quanto più è intenso il sentimento tanto più è attiva la mente emozionale e più inefficace quella razionale. Solo un paziente bilanciamento creativo può consentire alla persona di pensare col cuore e sentire con la mente (…).
Il semplice fatto di essere dotati di intelligenza emotiva, non garantisce che una persona acquisirà le competenze che davvero contano sul lavoro, significa solo che si hanno le potenzialità per apprenderle. Un individuo, ad esempio, potrebbe essere altamente empatico, e tuttavia non aver acquisito tutte quelle capacità pratiche che si fondano sull’empatia e che permettono di offrire un servizio di assistenza ai clienti superiore, di essere un allenatore o un mentore di alta classe, né di dare coesione ad un team composto da persone molto diverse tra loro. Nell’ottica che le regole del mondo del lavoro stanno cambiando, e che oggi siamo valutati sia per l’intelligenza che per come ci comportiamo verso noi stessi e gli altri, sviluppare queste capacità diventa fondamentale per eccellere e avere successo nella professione. L’avvento dei social network ha amplificato l’immagine che persone e professionisti rimandano al mondo, accentuandone virtù e difetti in modo palesemente visibile (…).
Quello che viene richiesto dal mondo del lavoro, dalle aziende e dai consumatori è comunque l’eccellenza. Questo processo è iniziato proprio con una nuova consapevolezza di sé, del proprio valore e di desiderare sempre il meglio e ci vede coinvolti nella totalità del dare/avere autentica eccellenza (…).
Tre competenze motivazionali caratterizzano gli individui che eccellono sul lavoro:
Spinta alla realizzazione: impulso a migliorarsi e a soddisfare standard di eccellenza.
Le persone con questa competenza:
-sono orientate al risultato, e hanno un elevato impulso a soddisfare i propri obiettivi e i propri standard;
-stabiliscono obiettivi stimolanti e assumono rischi calcolati.
-si procurano informazioni per ridurre l’incertezza e trovare il modo di fare meglio le cose.
-imparano a migliorare le proprie prestazioni.
Impegno: la capacità portare a termine il lavoro.
Le persone con questa competenza:
– sono pronte a sacrificarsi per l’organizzazione, senza perdere la percezione dei propri bisogni;
-trovano un senso di scopo nella missione condivisa;
-usano i valori-cardine del gruppo per prendere decisioni e chiarire scelte;
-cercano attivamente l’opportunità di portare a termine la missione del gruppo.
Iniziativa ed ottimismo: competenze affini che mobilitano le persone a cogliere le opportunità e consentono loro di superare con facilità insuccessi ed ostacoli.
Le persone con questa competenza:
-sono pronte a cogliere le opportunità;
-perseguono gli obiettivi anche al di là di quello che si richiede o ci si aspetta da loro;
-aggirano la burocrazia rigida e inefficiente e, quando occorre per finire un lavoro, piegano le regole senza violarle in modo dannoso;
-mobilitano gli altri in modo insolito e intraprendente;
-insistono nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi;
– agiscono spinti dalla speranza di successo e non dalla paura del fallimento;
-attribuiscono gli insuccessi a circostanze controllabili, e non li interpretano come fallimenti
personali (…).
Solo attraverso il counseling ho ritrovato tutte le parti di me, compresa l’imprenditrice che negli anni Novanta si allontanava da casa per iniziare una libera attività. Quella che dopo alcuni successi e svariati fallimenti si era chiusa in sé stessa, non riconoscendo più il suo valore, che aveva affidato ad altre persone. Gli errori che ho commesso sono stati tutti per incapacità emotiva, dunque per la scarsa abitudine a sentire realmente me stessa e a darmi ascolto. Oggi mi riconosco realmente la capacità di essere in contatto costante con me stessa e consapevole di quello che mi succede; apro gestalt e le chiudo rendendomi conto dei miei bisogni di autorealizzazione. Ho scoperto che la mia motivazione nella vita è entrare in relazione con le persone con amore per l’esistenza, coinvolgendole nel processo dell’evoluzione, con il sorriso e la gioia, ristrutturando con ironia le difficoltà, partecipando, come individuo autonomo, a una comunità unita con lo scopo di vedere gli altri con il cuore (…).