Condividiamo dei frammenti selezionati dalla tesi che la counselor Laura Palmieri ha realizzato per concludere i tre anni del Master in Counseling ASPIC.
COUNSELING NELL’ODONTOIATRIA
Questo lavoro si concentra su un’analisi del ruolo cruciale del counseling all’interno dello studio dentistico come mezzo per promuovere la salute orale, migliorare la qualità dell’esperienza del paziente all’interno dello studio e aumentare l’aderenza alle raccomandazioni odontoiatriche. Il counseling nell’odontoiatria va oltre la mera fornitura di informazioni ed educazione; esso incorpora aspetti emotivi e cognitivi, contribuendo a gestire l’ansia, a motivare i pazienti e a migliorare la loro comprensione e la loro consapevolezza delle procedure dentali e non solo. Ḕ importante oggi avvalersi del counseling e delle sue tecniche anche per coinvolgere e agevolare la relazione all’interno del team odontoiatrico posando l’occhio anche sui nodi critici delle dinamiche di gruppo (…).
Attraverso un’analisi approfondita delle aree della comunicazione empatica, della gestione dell’ansia e della paura, dell’educazione del paziente, della personalizzazione del trattamento e della misurazione dell’effetto ed eventuali sviluppi futuri, vorrei dimostrare che il counseling svolge un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione della pratica odontoiatrica, promuovendo una migliore salute orale, una maggiore soddisfazione del paziente e un possibile stile di vita migliore dell’operatore e di tutto lo staff (…).
Il termine Burnout si diffonde negli Stati Uniti nella metà degli anni ‘70 ed è traducibile in italiano con la parola “esaurito, bruciato, spento”; fa infatti riferimento a una situazione ben precisa che venne osservata con frequenza sempre maggiore soprattutto nelle professioni di aiuto come: infermieri, medici, assistenti sociali, psicologi, odontoiatri, educatori… In tutte queste attività c’era (e c’è) una relazione diretta tra operatore ed utente dove tutte le capacità personali sono implicate, più di quelle professionali. Con il passare dei mesi l’operatore manifestava un crollo di entusiasmo, una perdita di energia, di motivazione e di interesse accompagnato da atteggiamenti di apatia, indifferenza e nervosismo. Questi sintomi, ritenuti spesso legati a stati transitori dell’umore, possono rivelarsi la spia di un problema ben più serio e frequente di quanto si possa immaginare. Il Burnout è considerato come un indice di “non corrispondenza tra ciò che le persone sono e ciò che si trovano a fare”, e si identifica “in un problema dell’individuo in sé e del contesto in cui egli opera” (…).
L’odontoiatria è una branca molto particolare nell’ambito della medicina, sia per le caratteristiche da sempre insite nella professione stessa che per quelle più recenti, determinate dai costanti cambiamenti in corso. L’odontoiatra e l’igienista dentale rientrano tra i professionisti di aiuto in ambito sanitario e sono un possibile bersaglio di questa insidiosa forma di disagio psicologico i cui segni premonitori devono essere intercettati tempestivamente affinché non degenerino in forme patologiche. La caratteristica distintiva e da precisare è che il concetto di stress e quello di Burnout seppur simili non sono identici perché il Burnout è un esito possibile dello stress in presenza di determinate considerazioni, esso è il risultato dello stress non mediato, dell’essere stressati senza una via d’uscita, ecco perché tale fenomeno viene infatti considerato una sindrome (…).
L’odontoiatria presenta alcune caratteristiche che in condizioni di predisposizione individuale possono favorire l’insorgenza della sindrome da Burnout. Tra queste alcune sono insite da sempre nella professione stessa, almeno per come interpretata in Italia. Altre invece sono frutto dei recenti cambiamenti in corso e per motivi diversi possono spiazzare sia professionisti di esperienza che giovani odontoiatri e igienisti dentali. Vi sono aspetti che connotano da sempre l’esercizio della professione odontoiatrica e in particolare situazioni predisponenti possono rappresentare la premessa per l’insorgenza di fenomeni di disagio (…).
Considerando il particolare momento della professione, sarebbe importante monitorare il livello di soddisfazione degli odontoiatri e degli igienisti dentali italiani. È importante acquisire la consapevolezza che la complessità della professione richiede ormai ad oggi, come le conoscenze in campo extraclinico (comunicazione, management marketing negoziazione dei conflitti, counseling) e che il segreto per una vita lavorativa e privata di qualità risiede spesso nella capacità di conoscere sé stessi e di avere comportamenti allineati con i propri valori e la propria identità (…).
Ad un primo pensiero, riflettendo sul modo di impiegare il counseling e le sue tecniche nell’ambito della sfera odontoiatrica, mi sono concentrata prevalentemente sull’accoglienza e sul modo di comunicare con il paziente. Credevo che tutto il focus necessario per creare una buona relazione con il paziente fosse appunto incentrato sulla comunicazione con quest’ultimo. Ad una più attenta riflessione, ho poi compreso che esisteva un’altra parte molto importante da non dover trascurare all’interno di uno Studio odontoiatrico, ed è quella inerente alla cura e all’arredamento della sala operativa, dello Staff stesso e non solo… Il counseling quindi ruota a 360° in questo ambito (…).
Nei miei anni di lavoro, sin dai primi passi che ho mosso come igienista dentale, ho avuto modo di poter prendere in carico molti pazienti fobici, con stati ansiosi, stati di paura e traumi pregressi o ancora persone che associano tutt’ora l’andare dal dentista a concetti come lunghe attese e spese di denaro cospicue. Tutto ciò li ha portati spesso a trascurarsi e non prendersi cura del proprio stato di salute del cavo orale, aggravando la loro situazione e aumentando poi le problematiche da dover trattare insieme in studio. Quindi l’intento del counseling nello studio odontoiatrico diviene anche quello di condurre il paziente verso una più ampia consapevolezza del rapporto con la propria bocca e con la propria salute, una ritrovata coscienza al diritto al proprio sorriso tale da scegliere e decidere da protagonista il personale percorso di cura, creare un’alleanza con l’operatore e sentirsi ascoltato fornendo un’esperienza migliore così da dare la possibilità di avere meno resistenze nel ritornare in studio (…).
Per coloro che hanno paura del dentista e dell’igienista dentale, il counseling può contribuire a ridurre l’ansia e a rendere le visite odontoiatriche meno stressanti. In conclusione, il counseling nell’igiene orale è fondamentale per promuovere la salute e il benessere a lungo termine dei nostri pazienti, ci porta ad educare le persone su come prendersi cura della propria bocca e del proprio corpo perché la salute passa anche per la bocca. È un investimento prezioso per la loro salute generale cioè quella di avere una bocca sana che contribuisce alla qualità della vita generale di una persona consentendo di mangiare, parlare e sorridere con fiducia (…).