di Roberto Costantini
“Nulla è peggiore della depressione, accogli con viso sorridente qualsiasi cosa accada”. L’invito di questo aforisma è tanto bello quanto difficile da realizzare, visto che la persona che vive uno stato depressivo si pone in un atteggiamento di chiusura e di difesa nei confronti della vita. La paura è l’emozione che predomina in queste situazioni. Quando il nesso tra depressione e vicenda biografica è più netto, troviamo che il bambino, nei primi anni di vita, ha sperimentato chiusura e distanza affettiva da parte delle principali figure di cura, le quali non sono riuscite a trasmettere accoglienza e amore. Chiusura, freddezza e rabbia (ma anche la depressione stessa) hanno impedito a uno o a entrambi i genitori di svolgere al meglio le proprie funzioni affettive ed educative. Una comunicazione sommersa, fatta di critiche e giudizi, viene poi introiettata dal bambino in corso di sviluppo. La paura non può che aumentare, in queste condizioni, insieme all’insicurezza. Ma un ruolo non da poco lo ricopre la tristezza che, mista alla rabbia, invade lo spazio psichico del soggetto in formazione: troppo dolore si aggruma là dove rimane la percezione di una vita non vissuta, di calore e accoglienza non sperimentati sufficientemente. Non è difficile accorgersi quanto una persona possa rimanere “attaccata” a queste emozioni e agli aspetti negativi interiorizzati durante l’infanzia. Se poi la forza maschile in famiglia non è passata, poiché il padre è stato fragile, nervoso e preoccupato, viene a mancare quella capacità di uscire dal negativo per trasformare il disagio. In mancanza di una forza calma e decisa è complicato tirarsi fuori dalla stasi, dalla palude dei pensieri e dei vissuti depressivi. Serve una mano protesa, un aiuto da parte di qualcuno che abbia armonizzato in sé gli aspetti maschili e femminili dell’esperienza. Ma soprattutto ciò che è indispensabile è un contatto paziente e accogliente basato sull’ascolto e sulla fiducia nelle risorse di ciascuno. Perché la depressione spegne lo slancio verso un futuro possibile, mentre la fiducia riconosce l’inesauribile creatività della vita, nonostante tutto.