La storia della persona viene comunicata dal suo corpo. Le emozioni inespresse, le azioni non attuate e rimandate, ma anche il farsi carico di tanto peso arrivato dall’ambiente, modificano il corpo, ne alterano la postura e le caratteristiche muscolo-scheletriche. Il peso schiaccia e trattiene, il rifiuto toglie energia e la critica blocca l’azione, mentre l’isolamento produce fantasie spesso pervasive e rimpianto ossessivo. Il soggetto soffre, ma non sa perché; i sintomi sono spesso eclatanti, ma le cure convenzionali stentano a collegarli alle emozioni. Quando l’energia si abbassa e la pigrizia aumenta si viene a creare un cortocircuito molto negativo. Ecco allora che l’azione subisce una paralisi, mentre il fegato si intossica rallentando la spinta a realizzare i proprio obiettivi. Il rifiuto che si è vissuto nei primi anni di vita sottrae energia attraverso una paura profonda che costringe la persona a scappare dinnanzi alle situazioni critiche. Se c’è rifiuto spesso ci sono anche tradimento e umiliazione, insieme all’abbandono e all’ingiustizia. Paura, dolore e rabbia rimangono inespressi e incistati nel profondo, generando malessere mentre il corpo si piega come un “lampione” schiacciato dalle circostanze, postura tipica, fra l’altro, dell’atteggiamento depressivo. Il malessere è una condizione complessiva che lascia tracce a tutti i livelli della memoria periferica (ipersensibilità delle soglie percettive, alterazione delle sensazioni, chiusura e restringimento del respiro, ipertono muscolare, irrigidimento sul piano dei movimenti, ecc.). Il soggetto, in definitiva, ha bisogno di recuperare fiducia negli altri, esprimere le emozioni e recuperare contatto, contenimento e protezione per far riaprire il corpo e riattivare le energie bloccate.
Emozioni inespresse
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