EMPATIA E SPIRITUALITA’

0

Molte persone sono alla ricerca della propria spiritualità e, per indicare questa attitudine, si usa spesso la locuzione: “fare un percorso”. Non di rado tali percorsi implicano l’adesione totale a un modello e alle rispettive tecniche di intervento. Ciò capita un po’ per tutti i modelli evolutivi, molti dei quali attingono alle sapienze orientali (tra di essi non pochi cadono in un esotismo che assimila in maniera indebita pratiche di consapevolezza nate in situazioni storiche e culturali incomparabili). È facile, dunque, identificarsi con il modello stesso e con i maestri carismatici che lo veicolano, fino al punto di diventare veri e propri adepti di una nuova religione indiscutibile. Quando mi capita di conoscere l’ultimo “ritrovato” dell’ennesimo ricercatore eclettico, la mia mente preferisce andare alla saggezza rogersiana dell’accettazione incondizionata e dell’accoglienza. Mi sposto, dalle soluzioni sorprendenti che vengono pubblicizzate per rassicurare gli animi inquieti del nostro tempo, al paziente lavoro dell’ascolto empatico e alla cura della nostra tendenza attualizzante (concetto proposto da Carl Rogers per definire la spinta umana all’individuazione e all’autorealizzazione). Con empatia siamo chiamati a entrare in contatto con i bisogni autentici di chi abbiamo davanti. Nel farlo, per professione e per vocazione, ho imparato una cosa: per uscire dalla gabbia dell’ego è indispensabile maturare un profondo ascolto di noi stessi, che includa gli aspetti sensoriali ed emozionali, fino a giungere a una presa di responsabilità sulla propria vita che indaghi con coraggio le separazioni interne che ci allontanano dal Sé. Parlo di una responsabilità che riguarda anche le nostre azioni e gli effetti che suscitano negli altri. Da qui l’urgenza di adottare un modo di essere, un modo di pensare, una volontà di aprire il canale dell’empatia, che ci conducano verso la morbidezza, uscendo dalla durezza e dalla reattività. Un passo alla volta verso l’amore e il donarsi. Ecco, quindi, che nel quotidiano non penso più solo a me, pongo attenzione e premura ai bisogni altrui, perché mi riconosco un filo intrecciato ad altri fili nella medesima trama. Accoglienza e comprensione permettono di neutralizzare il giudizio e l’egocentrismo. La spiritualità è un orientamento all’umano, al sostegno reciproco e alla crescita comune. Tutto questo in nome di una comunanza di destino che ci vede coinvolti in un viaggio avventuroso che richiede compassione ed entusiasmo, libertà e protezione dei legami.

 

dott. Roberto Costantini

Presidente ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling  Sede di Ancona

Share.

Comments are closed.

X
X