FELICITA’ E’ GRATITUDINE

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Ci hanno insegnato a legare la gioia e la felicità a qualche accadimento esterno positivo, a qualcosa di bello e piacevole per noi. Le normali difficoltà e il mancato consenso sociale alimentano tristezza, senso di sconfitta ed esclusione. Il sistema del consumo, che ruota attorno al centro smisurato dell’accumulazione economica e della competizione di tutti contro tutti, non può che promuovere questa visione superficiale del benessere. Ma la gioia è altro! Ha a che fare con la gratuità della vita, con la sua bellezza che eccede qualsiasi logica contabile trascendendo il dare e l’avere.

Spesso ce lo dimentichiamo e finiamo nel vortice di una quotidianità che ci risucchia facendoci vivere emozioni negative suscitate da circostanze sfortunate, piccole frustrazioni e pensieri parassiti.
Mi sono sempre chiesto: perché diamo tanta centralità a ciò che non funziona nelle nostre vite?
Certo, anche la sofferenza fa parte della vita, una parte che non possiamo trascurare, ma noi ci mettiamo il carico! Nutriamo aspettative continue sulle situazioni esterne e sulle persone. Dove regnano le aspettative troviamo bisogni insoddisfatti, delusioni cocenti e quel dolore peculiare che emerge nella crescente divaricazione tra la realtà e il nostro desiderio testardo che essa si adoperi per soddisfare tutti i nostri capricci. Noi abbiamo bisogno di lavorare proprio in questo spazio, là dove la realtà entra in collisione con i nostri schemi, valori e con la visione del mondo che ci portiamo dietro. Siamo chiamati a entrare in contatto con i dati di realtà per avviare un processo di accettazione che conduca a ripensare noi stessi e a conoscerci meglio grazie alle invalidazioni che la realtà oppone alle nostre aspettative mentali. Ogni cosa che ci accade può diventare un dono che ci induce a progredire nell’accettazione di noi stessi e della vita. Accettare ci mette in pace e risveglia in noi la spinta verso un modo di essere (e di “sentire”!) più elevato e consapevole. Da questo sorge la gratitudine, vera premessa per una felicità intensa e duratura. Il nesso tra felicità e gratitudine è molto stretto, non si tratta di “accontentarci”, al contrario, ma di renderci conto di quanta vita ci sia dentro-e-fuori di noi, una Vita a cui apparteniamo e che ci abbraccia. Una vita che vibra insieme a noi. Ecco perché occorre festeggiare, proprio per essere grati di ciò che ci è stato donato.

 

dott. Roberto Costantini

 Presidente dell’ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling  Sede di Ancona

 

 

 

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