L’amore incondizionato è un’esperienza centrale che genitori e bambini possono vivere a pieno quando i ruoli del Dare e del Ricevere restano ben distinti. Nei primissimi anni di vita è di grande importanza che gli adulti che compongono la coppia genitoriale abbiano raggiunto una loro personale autonomia e abbiano integrato emozioni e vissuti legati alla propria storia infantile. Se le emozioni negative si sono sciolte, allora esistono le precondizioni per accogliere il nuovo nato nel modo migliore. L’amore incondizionato, infatti, sgorga con maggior purezza da quei genitori che, privi di legami invischianti con il passato, hanno raggiunto un contatto stabile con se stessi e con il partner. I genitori “risolti” non sono però degli adulti idealizzati, perfetti e “di successo”, sono piuttosto individui maturi che hanno preso consapevolezza di ciò che si agita nella psiche profonda, e sanno discernere le emozioni in gioco senza identificarsi con nessuna di esse.
I padri e le madri capaci di amore incondizionato non sono, come vorrebbe l’opinione corrente, coloro che vivono esclusivamente per i figli, investendo tutto su di loro e, dunque, proiettando sui piccoli ansie e aspettative esagerate. Al contrario, la dedizione profonda verso i figli è positiva proprio quando, a monte, i due membri della coppia hanno saputo raggiungere degli obiettivi nella loro vita, sono stati creativi, hanno espresso talenti e capacità, hanno costruito insomma qualcosa di cui possono andare fieri. Il progetto di un figlio – per quanto la nascita di un nuovo essere vivente non possa mai essere ricondotta ad un piano solo razionale – assume per due persone che si amano il valore di un completamento creativo, l’esito di una pienezza che vuole fiorire, di una vita che vuole donarsi andando oltre se stessa. In definitiva l’amore incondizionato che nutre lo sviluppo dell’individuo (dall’infanzia alla vita adulta passando per il delicato transito dell’adolescenza) è il risultato di un equilibrio dinamico che i genitori raggiungono tra amore di sé e amore per l’altro, dunque tra autonomia e condivisione autentica. Tutto questo fa sì che l’assunzione delle responsabilità connesse alla genitorialità venga affrontato in modo consapevole e realistico: non una favola della mezzanotte, ma un punto di arrivo che contiene in sé la promessa di un nuovo inizio.
dott. Roberto Costantini
Presidente ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona