Ritrovare se stessi

Il proliferare dei pensieri e il rimuginio mentale sono segnali inequivocabili di un rapporto non buono con se stessi. Il rimuginio continuo, le ansie e l’iperattività ci danno indicazioni molto precise sullo stato di vigilanza che assumiamo quotidianamente. A ben vedere andiamo sempre a cercare qualcosa  di nuovo per occupare la nostra mente. Il cervello non si spegne! Interessi, attività, azioni non coordinate da una progettualità precisa caratterizzano il nostro modo di essere. Difficilmente, in queste condizioni, riusciamo ad allentare oltre un certo limite; il range di attività/quiete si assottiglia e l’allentamento non giunge mai alla calma e all’assenza di pensieri. Spesso ci vantiamo addirittura di essere così, ci percepiamo molto attivi anche se le nostre azioni risultano confuse e non direzionate. Occorre invece ricreare le condizioni per ritrovare un “lasciare” completo partendo da un respiro diaframmatico profondo. Il movimento e il respiro aiutano a spegnere la mente, che va piuttosto indirizzata verso qualcosa di diverso. E’ necessario ripristinare un rapporto ecologico con noi stessi che ci permetta di metterci al centro del nostro interesse, riconnettendoci con le nostre sensazioni profonde. Tutto questo consente di accogliere le proprie emozioni, di ascoltare il proprio sentire e di esprimerci pienamente. Essere se stessi,  comunicare le emozioni e andare al contatto profondo non è così automatico per tutti. Spesso cediamo ai doverismi e al pensiero negativo, deprivandoci di molto e facendo comunque un grande sforzo. E’ importante, invece, recuperare un egoismo sano attraversando i sensi di colpa che, per loro natura, si collegano al dovere coatto di prenderci cura degli altri. La salute, al contrario, non può che partire dal ritrovare se stessi, mettendoci al centro dell’esistenza invece di annullarci, e procedendo con un sano egoismo dopo aver perdonato noi stessi per il fatto di non essere riusciti a farlo prima d’ora.