Il Counseling come strumento di prevenzione del burnout

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Condividiamo dei frammenti selezionati dalla tesi che la counselor Paola Tanoni ha realizzato per concludere i tre anni del Master in Counseling ASPIC.

IL COUNSELING COME STRUMENTO DI PREVENZIONE DEL BURNOUT NELLE PROFESSIONI DI AIUTO

Il concetto di stress deve essere visto come una variabile multifattoriale nella quale si intrecciano tre dimensioni fondamentali del fenomeno: quello biologico, quello psicologico e quello sociale, che non vanno valutate separatamente, ma considerate in una relazione circolare e complessa (…).

Lo stress non colpisce tutte le persone in ugual modo, ma esistono delle caratteristiche di tipo psicologico, comportamentale e relazionale, che predispongono alcuni soggetti ad essere più o meno resistenti agli stressors. Ad esempio una persona che ha una buona autostima, una buona capacità di esprimere le proprie emozioni, una fiducia nella propria capacità di problem solving, che affronta la vita con ottimismo, ha una buona rete di supporto sociale, sa chiedere aiuto qualora ne avesse bisogno, vive il cambiamento come opportunità di crescita anziché di minaccia e conduce uno stile di vita salutare – avrà più probabilità di resistere allo stress e di non ammalarsi rispetto a chi non possiede, o possiede solo in maniera parziale, queste caratteristiche (…).

Intorno alla metà degli anni Settanta negli Stati Uniti comincia a diffondersi il termine “burnout”, introdotto inizialmente da Freudenberger e poi ripreso e approfondito da Maslach. Il burnout è traducibile in italiano con espressioni del tipo “bruciato, esaurito, scoppiato, cortocircuitato”, in riferimento a una situazione ben precisa che veniva osservata con frequenza sempre maggiore tra professionisti della relazione di aiuto quali infermieri, medici, assistenti sociali, psicologi, operatori di ospedali psichiatrici, educatori. In queste attività vi è una relazione diretta tra operatore ed utente e le capacità personali sono implicate più di quelle professionali. Ricerche apposite hanno riscontrato che, dopo un periodo di alcuni mesi di impegno, l’operatore può manifestare un crollo di morale ed entusiasmo, una progressiva perdita di energia, di idealismo, di motivazione e interesse, atteggiamenti di nervosismo, apatia, indifferenza e, nel peggiore dei casi, cinismo nei confronti del proprio lavoro e dei fruitori del suo servizio. In sintesi il burnout potrebbe essere considerato un tipo di stress occupazionale, come risposta alla tensione cronica quotidiana, la cui caratteristica distintiva è il fatto che sorge dalla relazione tra l’operatore e il destinatario dell’aiuto. È importante precisare tuttavia che il concetto di stress e quello di burnout benché simili non sono identici e che il burnout costituisce un esito possibile dello stress in presenza di determinate condizioni. Il termine burnout col passare del tempo è entrato nell’uso comune anche per riferirsi a una forma di esaurimento emotivo da stress, caratterizzante altre professioni non necessariamente di aiuto, perdendo così il significato con cui originariamente era stato creato. (…).

Di seguito i diversi items raggruppati secondo le tre dimensioni:
Items del Maslach Burnout Inventory

Esaurimento emotivo

  • Mi sento emotivamente sfinito dal mio lavoro.
  • Mi sento sfinito alla fine di una giornata di lavoro.
  • Mi sento stanco quando mi alzo la mattina e devo affrontare un’altra giornata di lavoro.
  • Mi pare che lavorare tutto il giorno con la gente mi pesi.
  • Mi sento esaurito dal mio lavoro.
  • Sono frustrato dal mio lavoro.
  • Credo di lavorare troppo duramente.
  • Lavorare direttamente a contatto con la gente mi crea troppa tensione.
  • Sento di non farcela più.

Depersonalizzazione

  • Mi pare di trattare alcuni utenti come se fossero degli oggetti.
  • Da quando ho cominciato a lavorare qui mi sento più insensibile con la gente.
  • Ho paura che questo lavoro mi possa indurire emotivamente.
  • Non mi importa veramente di ciò che succede agli utenti e ai colleghi.
  • Ho l’impressione che i miei utenti diano la colpa a me per i loro problemi.

Realizzazione personale

  • Posso capire facilmente come la pensano i miei utenti.
  • Affronto efficacemente i problemi dei miei utenti.
  • Credo di influenzare positivamente la vita di altre persone attraverso il mio lavoro.
  • Mi sento pieno di energie.
  • Mi sento rallegrato dopo aver lavorato con i miei utenti.
  • Riesco facilmente a far sentire i miei utenti rilassati e a proprio agio.
  • Ho realizzato molte cose di valore nel mio lavoro.
  • Nel mio lavoro affronto i problemi emotivi con calma (…).

Ritengo che il counseling nel suo approccio pluralistico integrato possa essere una pratica efficace nella realizzazione di percorsi finalizzati al raggiungimento del benessere psico-fisico del singolo operatore o del gruppo. La possibilità di offrire uno spazio di ascolto attivo, non giudicante ed empatico, è il primo passo verso una presa di consapevolezza rispetto alla propria situazione emotiva inerente l’ambito lavorativo. Esempi di counseling di gruppo si sono rivelati efficaci per il trattamento di professionisti soggetti a burnout: per esempio gruppi di incontro e di sostegno nell’ottica dell’autoaiuto, della scoperta della resilienza, della definizione del senso di autoefficacia percepita, della comprensione dell’intelligenza emotiva, dell’ottimismo, della creatività, dell’autostima, della valorizzazione del libero flusso. L’obiettivo di questi gruppi è creare le condizioni per sviluppare creatività e sostegno, a partire dal vissuto personale condiviso e rielaborato in gruppo con elementi formativi, come prevenzione primaria del burnout (…).

Le tecniche utilizzate, sotto la guida e la supervisione del counselor, sono quelle dell’ascolto attivo, del problem solving di gruppo, della comunicazione corporea e del lavoro psico-corporeo secondo l’ottica della Gestalt e le tecniche creativo-espressive dell’art counseling. Le stesse tecniche possono essere proposte in colloqui col singolo cliente partendo da un momento di centratura attraverso la respirazione, per poi andare a sciogliere tensioni attraverso esercizi specifici di rilassamento. Successivamente, dopo aver dato spazio all’autonarrazione agevolando l’emersione di vissuti stressogeni, si lavorerà sull’espressione dei propri sentimenti ed emozioni anche attraverso tecniche di espressione corporea e di art counseling. Sarà poi importante agevolare un percorso di empowerment attraverso l’individuazione e la valorizzazione delle proprie abilità, competenze e risorse personali al fine di aumentare l’autostima, l’assertività e il senso di autoefficacia (…).

Fondamentale nel percorso sarà la presa di consapevolezza che solo attraverso il benessere personale si può portare benessere all’altro e dunque svolgere al meglio il proprio lavoro nelle professioni di aiuto. Sarà dunque agevolata la sperimentazione di tecniche e percorsi di crescita personale al fine del raggiungimento di un sempre maggiore equilibrio interiore (…).

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