IL DRAMMA DELLA SOLITUDINE

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di Roberto Costantini

Difficile andare da soli a sconfiggere il disagio! La presenza di un fratello o di una sorella cambia spesso in modo radicale l’esito di un percorso di vita. La complicità permette di aumentare il livello di forza e di avere l’energia necessaria a fronteggiare gli ostacoli più difficili. Quando invece si è soli, o manca la coesione con almeno un altro essere umano alla pari, tutto risulta più complicato. Può così accadere di sentire gli ostacoli come insormontabili e di chiudersi in se stessi ritirandosi dal confronto con il mondo. Le emozioni prevalenti, in questi casi, sono insicurezza e paura. Il bambino, nel corso del suo sviluppo, non può sostenere queste emozioni negative e finisce per bloccarle anestetizzandosi. Scappa allora dalle difficoltà e da una realtà percepita come troppo cruda. Per andare avanti il bambino inizia a colorare la sua realtà e a perdersi negli ideali della fantasia. Per tollerare la solitudine si costruisce anche un amico immaginario, che non può certo aiutarlo ad aprirsi a nuove conoscenze. La paura, infatti, chiude il cuore e limita l’azione. Nel frattempo il pensiero prolifera diventando invadente e possessivo. La fantasia, in questi casi, prende il sopravvento fino al punto di confondersi con la realtà, soprattutto nelle situazioni più gravi dove il bambino e futuro ragazzo vive isolato. Sognare e fantasticare, se non manteniamo anche i piedi per terra, sono fughe per non accettare la realtà. Diverso è coltivare l’immaginazione creativa, con i suoi piccoli e grandi progetti per trasformare i dati di fatto in opportunità.

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