IL FIUTO DEL CORPO

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di Roberto Costantini

Mentre il cane utilizza il fiuto per orientarsi nella vita, l’essere umano – certo per motivi complessi che qui non posso approfondire – stenta a valorizzare il canale del corpo e delle sensazioni. I segnali fisici che lasciamo entrare, non di rado, si fermano a quelli più immediati: fame, sete, freddo, bisogno di fare pipì e simili. Ma, al di là di questi bisogni primari, esistono infinite sfumature corporee che ascoltiamo poco e male. E’ dunque frequente che si perdano l’equilibrio e l’armonia con il proprio corpo, e tutto ciò accade spesso inconsapevolmente. Non rispettare i ritmi psicofisici genera stress e, in tal modo, il corpo si fa sentire prepotentemente: mal di testa, tensioni muscolari, dolore allo stomaco ecc. Sono segnali inequivocabili che, nel loro linguaggio, ci dicono: “Stai subendo troppo!”, “Rallenta!”, “Non è questa la vita che vorresti fare”. Se poi blocchiamo l’azione, e rinunciamo passivamente a trasformare le situazioni, paghiamo questa esitazione con problematiche intestinali come coliti e gonfiori, oppure emorroidi quando il conflitto esprime la resistenza al cambiamento. Quando infatti l’insicurezza è profonda si interrompe il transito normale tra ascolto di sé e azione concreta, interiorità e progettualità. Il dentro e il fuori entrano in contrasto e l’effetto è paralizzante. Impariamo, dunque, a conoscere il linguaggio del corpo. Se non recuperiamo il fiuto del corpo perdiamo la bussola e i pensieri negativi prendono il sopravvento.

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