Il risveglio della coscienza è direttamente proporzionale alla fuoriuscita dai dualismi. La consapevolezza umana, un passo alla volta, può aumentare e indurci a convivere sapientemente con le dinamiche di ordine e disordine che caratterizzano l’universo. Sintonizzarci con le leggi cosmiche non è una questione astratta, ma riguarda nell’immediato l’urgenza di rispettare e proteggere il nostro pianeta. Troppa inconsapevolezza potrebbe condurci nel baratro. Allora bisogna aggiungere, come in un filo di perle, una nuova conoscenza dopo l’altra, fino a rendere possibile un salto evolutivo per la nostra specie. Penso a una comprensione della realtà che avanza e non può permettersi di tornare indietro. Solo abbandonando dualismi e letture semplicistiche dell’esistenza, possiamo destare la coscienza umana dal sonno a cui la condannano il potere, l’ignoranza e l’egoismo. Questo risveglio progressivo e inarrestabile evoca un’idea di libertà adeguata alla transizione che stiamo tutti attraversando: libertà di prenderci la responsabilità della nostra vita, riconoscendo il legame che ci unisce intimamente alla terra e al cielo. Se siamo divisi dentro noi stessi, rischiamo di portare nel mondo la nostra confusione. Allora finiamo per riprodurre, nelle relazioni quotidiane, tutto ciò che non abbiamo capito né accettato, rendendo il pianeta un posto tormentato, lacerato da conflitti e comportamenti distruttivi. Se il processo entropico spinge verso la disgregazione di ogni ordine istituito, noi umani siamo chiamati a praticare un esercizio inverso e fondamentale: quello neghentropico, per il quale la psiche e le culture agiscono al fine di proteggere i legami vitali, definendo nuovi ordini possibili di convivenza, dando coerenza al caos fin dove possibile. Se non saremo capaci di sottrarci al sonno della ragione e del cuore che connota il nostro tempo storico, saranno le forze della natura a spazzarci via ristabilendo un equilibrio compatibile con la vita. Ecco perché la consapevolezza, oggi e sempre, non riguarda solo i singoli individui, ma il loro essere implicati in una trama di corrispondenze, complicità e rimandi ecologici imprescindibili. Nulla è davvero separato. Tutto è interconnesso. Le conseguenze di una tale consapevolezza sono importanti, soprattutto per adottare un’etica che sappia affrontare creativamente i rapporti di ordine e disordine che riguardano i sistemi viventi complessi.
dott. Roberto Costantini
Presidente dell’ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona