Molte persone sono identificate con il loro ego e credono che questo sia normale. Questo condiziona le relazioni e rende difficile comprendersi e aiutarsi gli uni con gli altri. L’universo propone un certo tipo di sensibilità, di apertura e di invito al risveglio della coscienza. Prendere consapevolezza vuol dire cambiare strada. Ciò accade, ad esempio, quando la persona decide di iniziare un percorso di responsabilizzazione, intraprendendo un concomitante percorso evolutivo. Allora l’ego, pur tendendo i suoi tranelli, deve arrendersi gradualmente all’umiltà, alla tenerezza e all’amore come rete sottesa alla nostra natura umana. Così, lentamente, il cammino di consapevolezza spinge il soggetto a schiudere una sensibilità particolare per la vita, uno slancio spirituale che implica empatia e cura verso tutte le creature, con attenzione speciale agli effetti che i propri comportamenti suscitano negli altri. Quello che facciamo contribuisce positivamente o negativamente all’equilibrio nostro e di chi ci circonda. Farcene carico è indispensabile per diffondere benessere e gioia. Ascoltando sempre di più il nostro sentire profondo, impariamo a donarci agli altri e facciamo ciò che è possibile per il loro bene. Questo conduce fuori dalla dimensione sofferta e angusta dell’egoismo, dall’interesse personale anteposto ossessivamente alla felicità di tutti. Aprirsi al dono di sé ci allontana dalle basse frequenze della rabbia, dell’invidia e delle emozioni negative. Voler bene è la chiave di volta che trasforma la vita e la libera dalla chiusura, dal ripiegamento su se stessa, dalla pretesa folle di tramutarsi in un possesso strettamente “individuale”. Vita è, piuttosto, qualcosa che circola tra di noi e ci anima continuamente. Non una proprietà inalienabile, ma un destino condiviso.
dott. Roberto Costantini
Presidente ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona