di Roberto Costantini
La fiducia è un sentimento di apertura e di benevolenza verso qualcuno, un “confidare in”, un credere nell’altro. Ma è anche un credere in se stessi, un fidarsi delle proprie sensazioni per scegliere le persone giuste a cui rivolgersi. Senza fiducia non si può ottenere nulla, perché la chiusura prevale e vengono a mancare le condizioni per un confronto e una condivisione sinceri con l’altro. Le proprie convinzioni interne possono essere messe in discussione, approfondite e trasformate solo grazie all’incontro, alla relazione interpersonale. Di questa apertura fiduciosa alla vita la manifestazione più elevata è la fede. Non parliamo qui di opinioni sulla realtà ultima delle cose, né di un’adesione obbligata a qualche appartenenza confessionale. L’esperienza della fede-fiducia è quella, come suggerisce il buddhismo, di uno “slancio verso l’indicibile”. Apertura alla gratuità dell’esistenza, a qualcosa di più grande che eccede l’intelletto e la brama di controllo senza dover umiliare la ragione. Imparare a fidarsi si può, lasciando cadere paure e difese che ci imprigionano nel bozzolo dell’autoriferimento compulsivo. Aprirsi alla fede non è, tuttavia, qualcosa che si decida razionalmente, è piuttosto la risposta a un richiamo. Quindi, mettiamoci bene in ascolto!