di Roberto Costantini
Di recente ho fatto un lungo viaggio aereo che ho voluto vivermi in un certo modo. Mi sono dato l’obiettivo di non “ingannare il tempo”, ma di assaporarlo nel migliore dei modi possibili. Ho scartato tutte le possibilità di stare fuori da me stesso – con giornali, film, video o piacevoli conversazioni con i vicini di posto – per concentrarmi su di me a vari livelli. Il livello della preghiera e delle invocazioni, oltre a mantra per purificare il mentale, ma soprattutto il contatto con l’interiorità bypassando il mentale con i suoi pensieri parassiti. La mente stessa, se ben indirizzata, ci guida in un luogo interno sicuro dove poter vivere e creare. Quel luogo sacro dove stare con se stessi e la propria profondità, in cerca di un’armonia che tenga insieme il molteplice che ci abita. Unificare senza separare. Una voglia di incontrarsi con amore e ripercorrere anche episodi di vita trascorsi alla luce di una nuova accettazione e di un amore che accoglie. In quel luogo protetto balugina la pace possibile: né rimpianti, né critiche, né conflitti distruttivi, ma solo un amore che cresce per sé e per gli altri.