RESPONSABILITA’ E ACCETTAZIONE

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Tutta la vita è un processo evolutivo verso una presa di responsabilità che riguarda noi stessi e ciò che accade intorno a noi. Se partiamo dal presupposto che la co-creazione della realtà coinvolge profondamente la nostra interiorità, il caso e il fato perdono la loro centralità nel modo di intendere la nostra esistenza. Tutto è dentro e ci riguarda intimamente: come viviamo gli eventi, il significato che diamo a essi… Questo è decisivo per smettere di considerarci vittime degli accadimenti. Finalmente possiamo concepire gli eventi della vita come insegnamenti, che possono farci vedere quello che è ancora irrisolto dentro di noi. Allora è fondamentale iniziare un processo di responsabilizzazione che si diriga verso le soluzioni per non rimanere vittime delle situazioni a cui prendiamo parte. Siamo chiamati, infatti, a dare un senso sacro alla vita e a concepirla come un viaggio evolutivo che tende alla trascendenza dell’ego. Quest’ultimo prende spazio ogni qual volta dentro di noi ci sono separazioni, opposizioni e polarità. Esso genera aspettative che nascondono bisogni di gratificazione infantili (bisogni del passato che riproducono, nelle loro dinamiche fantasticate, i conflitti tra vittima e carnefice). Il passato ci vittimizza se rimaniamo impotenti. Del resto abbiamo introiettato anche il carnefice nella forma dei nostri genitori che ci hanno cresciuti mettendo in atto molti automatismi inconsapevoli. Prima sono stati a loro volta figli, e in un certo senso vittime del loro ambiente familiare, poi hanno riprodotto come genitori il ruolo persecutorio con i propri figli. Questi scambi relazionali vengono portati dentro di noi fino a dar forma alla nostra personalità. Ecco dunque che il percorso da intraprendere diventa quello di far dialogare in modo più sano e armonico questi elementi interni, sanando le scissioni grazie all’accettazione. L’accettazione e l’armonizzazione delle polarità permettono di andare verso l’unità interna curando le ferite profonde ancora sanguinanti. Si tratta, in definitiva, di accettare il fastidio e le emozioni negative: respirarle fino a trascenderle.

 

dott. Roberto Costantini

Presidente ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling  Sede di Ancona

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