Capita sovente che problemi irrisolti si traducano in preoccupazione e rimuginio. Essere troppo spostati all’esterno (dando immenso valore a tutti i segnali di minaccia o di conferma provenienti dall’ambiente) comporta uno sbilanciamento cronico in avanti, sulle cose da fare per non perdere consenso sociale. Tutto ciò genera una tensione continua. Ci perdiamo il qui e ora soprattutto quando i due emisferi cerebrali non lavorano in maniera sinergica e alla stessa velocità. Sia nel caso di un pensiero insistente sul passato, che nell’anticipazione ansiosa di un evento futuro, noi smarriamo il contatto con noi stessi. Perdere la connessione con le sensazioni e il radicamento a terra è fonte di sofferenza: le energie scarseggiano, il proliferare della mente prende il sopravvento, i doverismi e lo stress conquistano il campo dell’esperienza. Per non cadere nel circolo vizioso della frenesia è necessario impegnarci per un riequilibrio corpo-mente. Infatti, in presenza di un’iperattività mentale il respiro automaticamente si alza, le sensazioni si chiudono e cresce la paura. È giunto, in altre parole, il momento di dare spazio al corpo. La strada maestra è il movimento che, insieme al sorriso interiore, apre le porte alla gioia e al contatto con la vita. Potenti in tal senso sono la montagna, la neve e lo sciare. Subito si spazzano via i problemi e lo stress, e il corpo torna a respirare. Ma anche il nuoto è decisamente efficace: il contatto con l’acqua, unito al ritmo del movimento, riapre sensazioni di benessere. Una corsetta, uno scatto, un guizzo, stimolano immediatamente gioia e benessere. La mente si alleggerisce e rinuncia alla sua pesante supremazia. Queste sono le premesse per un ribilanciamento nel qui e ora, per un divertimento che non sia fuga dal presente ma presa consapevole di distanza dalle macchinazioni della mente. Essere un corpo è piacevole, bisogna solo prendersi lo spazio per sentirlo pienamente.
dott. Roberto Costantini
Presidente dell’ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona