Tanti anni fa uscì un libro il cui titolo mi colpì profondamente: “Se incontri il Buddha per strada uccidilo”. Nulla da dire. L’invito dell’autore è quello di non attaccarsi morbosamente a nessun maestro esterno, bensì di liberare spazio per dar voce al maestro interiore nascosto dentro ognuno di noi. Del resto, nei percorsi di crescita personale e spirituale, bisogna stare veramente attenti a tutte quelle figure che, vantando poteri quasi soprannaturali, si propongono insistentemente come guru e guide per gli altri. Chi inizia un cammino di conoscenza di sé, e di trasformazione consapevole, dovrebbe sempre interrogarsi sulla natura di certi incontri speciali con persone “illuminate”. Alcuni sedicenti maestri si presentano con il loro alone di mistero e ostentano doti fuori dal comune. Possono trasmettere il fatto di essere “arrivati”, risolti, perfettamente in armonia con se stessi e con il mondo. Purtroppo, e non di rado, le cose stanno altrimenti. Sotto la superficie delle apparenze si agitano desideri e ambizioni privi di integrazione. Questi autoproclamati guru non sanno minimamente gestire i processi transferali che le loro promesse suscitano negli allievi-discepoli. Il mondo della psicoterapia sonda da almeno un secolo quelle dinamiche di investimento affettivo che si mettono in moto rispetto a figure che detengono una reale o presunta autorevolezza. Non a caso la psicoterapia, come altre relazioni di aiuto, si struttura dentro un contenitore fatto di regole e limiti ben precisi. Tutto questo perché, dove ci sono soggetti in condizioni di bisogno e sofferenza (punto di partenza per molti di coloro che intraprendono una via finalizzata a trasformare la propria esistenza), è normale che si attivino emozioni e proiezioni collegate anche al passato infantile di ciascuno. I maestri felici di essere ammirati e considerati tali dagli altri difficilmente sviluppano un’etica all’altezza del compito di cui vengono investiti. Il terapeuta, e tutte le persone serie che conducono percorsi di consapevolezza senza millantare poteri speciali, sanno che dinnanzi a loro ci saranno spesso individui con problemi marcati nel campo della dipendenza. Senza un lavoro serio sul transfert e controtransfert è possibile, e purtroppo assai frequente, che i guru del nostro tempo tramutino gli allievi in adepti, manipolando gravemente gli altri per ottenere dei vantaggi personali. Questo facendo sì che l’allievo si illuda di essere in contatto con la Verità, perdendo invece l’opportunità di uscire dalla propria zona di comfort. Non esiste, come vorrebbe la retorica pubblicitaria della società dei consumi, una crescita umana facile, priva di fatica e di un confronto serrato con le proprie ombre (quelle che, puntualmente, il guru non vede né riconosce). Come ben sapeva il poeta John Milton, e con lui tanti curatori d’anime seri e centrati, la strada che dall’inferno si snoda verso la luce è impervia e richiede la pazienza e la modestia di chi sceglie di percorrerla. D’altronde, dove il primato è quello dell’ego e dei suoi piccoli interessi di bottega, lì non può fiorire alcuna evoluzione spirituale.
dott. Roberto Costantini
Presidente dell’ASPIC Scuola Superiore Europea di Counseling Sede di Ancona